Proprio il Larkya La rappresenterà il culmine di questo trekking, il suo punto più elevato e il trait d’union delle due vallate che compongono l’anello attraverso il quale scopriremo i mutevoli paesaggi della regione: dagli habitat caldi e umidi (con campi di riso e miglio, cascate e vegetazione rigogliosa) a quelli alpini dei pascoli in quota e fino allo spoglio paesaggio di roccia e ghiaccio che incontreremo sui 5.000 m; le stesse valli di volta in volta si apriranno sulle dolci colline intorno o si chiuderanno in gole profonde impegnandoci in emozionanti attraversamenti sugli esili ponti tibetani.
Dal suo punto più elevato potremo ammirare il corollario di montagne – unico per imponenza e bellezza – composto da Manaslu (8.156 m), Himalung Himal (7.126 m), Cheo Himal (6.820 m), Gyaji Kung (7.030 m), Annapurna II (7.937 m) e in lontananza il Daulaghiri (8.164 m).
In questa scenografia incantevole, varia e solitaria ci imbatteremo in piccoli gioielli prodotti dalle antiche culture tibetana e nepalese: Lihi, con l’ingresso ornato da un ampio arco di pietra e un immenso mani all’estremo opposto del villaggio; i vivaci bazar di Arkhet e Arughat; l’indimenticabile gompa di Same, con i soffitti in legno affrescato e le immagini di Padmasambhava in terracotta e bronzo.
Lasciare il solitario splendore del Manaslu Himal e rientrare alla civiltà sarà probabilmente la parte più impegnativa di questo trekking.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.